G & G è un'azienda che opera nel settore della meccanica. Produce un 
congegno per macchine di sollevamento. Ha un fatturato sui 40 milioni di euro. 
Nell'ultimo periodo si trova in una situazione di stallo delle vendite. 
Non riesce a crescere. Gli amministratori sono un pò in allarme e cercano di 
individuare le cause del fenomeno.
Si procede ad un'indagine di mercato e si scopre che la causa del ristagno 
delle vendite, e la probabile futura flessione, è da attribuire alla qualità 
del prodotto offerto. Esistono concorrenti che offrono prodotti 
analoghi di eccellente qualità che meglio corrispondono alle esigenze di molti 
clienti che nel frattempo hanno provveduto ad innovazioni tecnologiche.
Sin ora il management non aveva registrato questo tipo di problemi o per 
trascuratezza o per pigrizia confidando nella fedeltà della clientela ritenuta 
acquisita per tradizione. Convinti della bontà del prodotto non si è ritenuto 
opportuno «investire» nella qualità credendo così di «risparmiare». È arrivato 
il momento della verità. Si deve correre ai ripari.
Entra a questo punto un 
esperto, che in una riunione preparatoria, affronta il problema illustrando i 
costi e i benefici della qualità
Costi e benefici della qualità
Nella logica competitiva si deve 
arrivare primi o, comunque, essere preparati ad affrontare la sfida 
dell'innovazione. La qualità ha un costo. Ottenere prodotti migliori 
comporta sforzi organizzativi e impiego di risorse umane, materiali, 
tecnologiche e finanziarie. Il management ne deve tener conto nella 
definizione dei piani aziendali: nel duplice aspetto delle strategie e 
della redditività.
Deve considerare anche la condizione opposta: che cosa 
potrebbe accadere nel caso si decidesse di «risparmiare» il costo della 
qualità.
Deve, in altri termini, valutare il costo della non qualità. Tutti i 
danni in termini economici che possono scaricarsi sul risultato della gestione 
quando si offre al cliente un prodotto o un servizio di scarsa qualità. 
Contestazioni di prezzo, ritardi nei pagamenti, costo dei resi, costi di 
rilavorazione o di riparazione, costo di riemissione di documenti, ecc. A tutto 
ciò va aggiunto il costo non quantificabile della perdita d'immagine e 
dell'affidabilità.
La qualità fa aumentare il livello di competitività del prodotto 
perché ne migliora la prestazione, il servizio, l'affidabilità, l'immagine e la 
tecnologia. L'utilizzatore, prima o poi, si accorge delle differenze tra 
prodotti concorrenti; ne valuta i singoli aspetti e mette a confronto prezzo e 
qualità. Ed effettua la scelta. L'imprenditore consapevole conosce la regola e 
indirizza i suoi sforzi verso l'obiettivo dell'ottimizzazione: ottenere ed 
offrire un prodotto di qualità accettabile ad un prezzo accettabile.
I costi della qualità
I costi della qualità sono rappresentati 
da:
| • | costo della valutazione: risorse impiegate per la rilevazione dei  
 | ||||||||
| • | costo della prevenzione: risorse impiegate per la prevenzione degli  
 | ||||||||
| • | costo dell'errore: risorse impiegate per l'eliminazione dei difetti  
 | 
Lungo le varie fasi del ciclo vengono scartate alcune centinaia di unità di 
semilavorati. Il costo di questi scarti ammonta a 3.014.161 euro calcolato al 
valore cumulato delle materie prime e della manodopera utilizzate nelle singole 
fasi del ciclo. Alcuni semilavorati scartati sono recuperati lungo il ciclo e 
sottoposti ad un processo di «rilavorazione» il cui costo è di 1.360 euro (ore 
impiegate per costo orario manodopera).
Ai costi sinora considerati, riferiti al processo di lavorazione, bisogna 
aggiungere i costi tipici della qualità: il controllo e la 
prevenzione. Facendo il rapporto tra il costo totale (lavorazione più 
qualità) e il costo della lavorazione si ottiene l'indice del costo della 
qualità che nel caso è pari a 102,09. Significa che il miglioramento della 
qualità costa 2,09 euro per ogni 100 euro di prodotto ottenuto.
Si deve tener 
conto, nella valutazione dell'investimento in qualità, che l'eliminazione dei 
difetti del prodotto e degli errori di produzione consente, con il passare del 
tempo, di abbattere i costi del controllo.
La domanda che è necessario porsi a questo punto è: ne vale la pena? La 
risposta può essere positiva se:
| 1. | si eliminano o si riducono ad una tolleranza fisiologica gli scarti (nel caso  | 
| 2. | si eliminano o si riducono le ore di rilavorazione; | 
| 3. | si migliora l'efficienza delle operazioni di lavorazione; | 
| 4. | si migliora la struttura produttiva e il livello di utilizzo delle tecnologie  | 
| 5. | se il miglioramento della qualità consente di migliorare l'immagine del  | 
Inoltre occorre tener conto dei minori costi successivi alla consegna del 
prodotto alla clientela; il che comporta:
| 1. | riduzione o eliminazione di sconti per evitare resi; | 
| 2. | eliminazione dei costi dei resi; | 
| 3. | minori oneri finanziari relativi alle richieste di dilazioni di pagamento per  | 
| 4. | minori costi di riparazione presso il cliente; | 
| 5. | minori costi di assicurazione; | 
| 6. | vantaggi «non quantificabili» ma certi dovuti al miglioramento dell'immagine  | 
autore: Felice Aloi . Ipsoa Editore - Pmi
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