Come dialogano i diversi computer sul web ?

I computer, pur avendo sistemi operativi diversi, dovevano infatti "parlare" la stessa lingua, un esperanto informatico basato sul metodo del packet switching; tale “dialetto” nasce informalmente nel 1973, grazie a Vinton Cerf (che in un`intervista rilasciata a Mediamente ne spiega le caratteristiche, vedere allegati) e Robert Kahn.

I due ricercatori, diedero vita al progetto di realizzazione di una architettura di cooperazione tra reti (internetworking), in grado di collegare tra loro reti diverse basate su pacchetti di informazioni e macchine diverse collegate a reti diverse ma interconnesse.

Tale architettura si basa sul protocollo tcp/ip, del quale vennero realizzate quattro versioni nella seconda metà degli anni `70, negli anni `80 il protocollo aveva già un successo tale da "oscurare" lo standard dal quale derivava, l`ISO/OSI; la rivoluzione Internet prendeva sempre più piede, appoggiata anche dalle autorità e dalle imprese.

Compito del protocollo IP è invece quello di trasmettere i dati e di gestire il traffico fra i diversi computer collegati; tale protocollo, infatti, impacchetta i dati in uscita e li invia, scegliendo la strada migliore per l`invio. Altro compito assolto dal protocollo IP è l`invio dei dati ad un indirizzo esistente, utilizzando uno schema di "indirizzamento" dei computer collegati, basato su un sistema di indirizzi numerici.

Infatti in Internet ogni sito logico è individuato da un solo indirizzo numerico, intellegibile da parte di un computer; l`indirizzo numerico è determinato da quattro campi separati tra loro da un punto, in cui ogni campo può assumere valori da 0 a 255 per un totale di 8 bit , per cui l`indirizzo completo del sito dà vita ad una parola di 32 bit (esempio: 131.175.64.1).

L`indirizzo del sito assume diversi nomi, anche se più tecnicamente la prima parte corrisponde all`indirizzo della sottorete a cui il nodo appartiene, mentre la seconda parte individua i computer secondari di appartenenza fino ad arrivare al singolo computer.

Tale modalità è efficiente ma non è molto semplice da memorizzare e perciò è stata affiancata da un altro metodo chiamato FQDN (Fully Qualified Domain Name), che si caratterizza con nomi simbolici tipo: sito.dominio.

Il dominio cui appartiene il sito appare in modi diversi in relazione alle sottoreti alle quali ci si appoggia, per cui nelle sottoreti statunitensi si caratterizzano i domini in relazione alla loro tipologia di appartenenza mentre in Europa secondo la nazione di appartenenza del sito stesso. Naturalmente ad ognuno di questi indirizzi simbolici (FQDN) è associato un indirizzo IP numerico nella forma xxx.xxx.xxx.xxx (Esempio 192.168.1.200) ma l`associazione tra le due codifiche non è compito dell`operatore bensì del sistema stesso;

infatti la `tabella di transcodifica` dei nomi simbolici in indirizzi numerici viene affidata ad uno o più nodi di sotto-rete chiamati name-server, distribuiti in modo conveniente all`interno della rete in modo tale da poter fornire in ogni momento e in tempo reale l`indirizzo numerico richiesto.

Tutto questo avviene senza alcun coinvolgimento dell`utente. Con l`utilizzo di questa codifica possiamo raggiungere un determinato sito e se vogliamo raggiungere uno specifico utente nel sito (esempio: vogliamo inviare un messaggio di posta elettronica) dobbiamo aggiungere all`indirizzo il codice identificativo del destinatario.

L`indirizzo individuale si presenta perciò così: utente@indirizzoIP, oppure nel caso simbolico: utente@FQDN, otterremo così ad esempio: tizio.c@freemail.com. I vantaggi derivati dall`uso del protocollo tcp/ip sono relativi al fatto che esso ha assunto la status di open standard, in quanto chiunque può utilizzare le sue caratteristiche ed inoltre perché tale protocollo è indipendente dal modo in cui la rete alla quale si attacca è realizzata;

esso infatti supporta una rete Ethernet, una linea telefonica o un cavo a fibre ottiche, integrando i diversi componenti hardware in un`unica soluzione. Nei capitoli che seguono analizzeremo in modo più approfondito questo protocollo e lo standard al quale si è fatto riferimento nella fase della sua progettazione.

Perché internet ha questo successo ed è diventata sempre più importante?

La "ragnatela mondiale", è questo il significato della tripla w, mira al superamento delle barriere geografiche che impediscono la collaborazione fra gruppi scientifici fisicamente distanti, ma anche ad accelerare lo scambio di informazioni grazie a protocolli standardizzati.

L`architettura di WWW è di tipo CLIENT-SERVER; un`architettura è definita client-server se, in un sistema, un`entità offre il servizio (server) ed un`altra (client) vi accede e ne usufruisce secondo una serie di regole specifiche.

Dunque Server e Client sono due programmi che permettono la navigazione; come funzionano tecnicamente questi due programmi e qual è la loro finalità nel sistema?

Il programma CLIENT funziona da interfaccia fra utente finale e server web, gestendone dunque l`interazione; esso si collega al server tramite il protocollo HTTP per richiedere un documento identificato dal proprio URL, scarica sulla propria macchina i dati che ha prelevato, legge da un buffer i dati scaricati dai server interpretando i TAG HTML che determinano lo stile di visualizzazione sulla pagina web ed infine visualizza i widget grafici costruiti in precedenza, grazie all`aiuto delle librerie grafiche.

Il programma SERVER, invece, riceve le richieste di connessione in rete e distribuisce i documenti richiesti da qualche utente, tramite un programma CLIENT. Il programma WWW può essere eseguito su diverse piattaforme ma per sfruttare totalmente le caratteristiche peculiari di tale sistema si deve possedere una macchina con capacità grafiche e audio oltre ad una connessione ad Internet abbastanza veloce, che consenta il trasferimento di immagini, animazioni e suoni in tempi accettabili.

WWW consente di astrarre dalla struttura fisica della rete presentandola con una struttura più pratica, trasformandola cioè in un ipermedia; si definisce "ipermedia" un insieme di notizie collegate tra loro nella rete non solo in forma di documenti testuali ma anche di testi, immagini, suoni, video. I dati per poter essere immessi in rete devono essere tradotti in un unico formato denominato HTML (HyperText Markup Language), standard di lettura per i Client browser in WWW.

In effetti ciò che vediamo sui nostri computer non è niente altro che un linguaggio che ricostruisce la stuttura di una pagina mettendo al proprio posto immagini, testi, link e quanto altro compone la pagina presentandoci il risultato finale:

Come si può notare ciò che noi vediamo sui nostri computer è costellato di termini tecnici prettamente in in glese o acronimi di cui magari si ignora il significato (es.: www, http, tcp/ip, smtp., ecc….).

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