‘Data value chain‘, ovvero la catena del valore dei dati. In pratica dopo averli liberati quale sarà il vantaggio per tutti, imprese e cittadini?
Ne parlavo alcuni giorni qui nel mio blog e ieri, prima Claudio e poi Gianfranco, mi hanno offerto lo spunto per tonarci sopra.
Prima considerazione: non siamo a Chicago, dunque ragioniamo da europei, con la cultura e con le competenze digitali dei cittadini e delle aziende europee.
Seconda considerazione: le nostre aziende non rischiano e non sono nemmeno incentivate a rischiare.
Terza considerazione: la creatività non è sufficiente, deve essere accompagnata da un modello di business (che ancora non vedo)
E ora veniamo ai pilastri che sono desumibili dalla Digital Agenda for Europe:
Visione generale sull’Open Data: Thousands of applications, reusing billions of open data records used by millions of end users around Europe by 2020
Risultati attesi con l’Open Data (benefici economici): Contribution to the stimulation of jobs and smart economic growth by
- preventing distortions of competition on the EU market,
- stimulating content market for PSI based products and services, and
- stimulating cross-border exploitation of PSI. By opening up PSI for re-use, total direct economic gains amounting to EUR 40 billion a year in the EU are to be achieved.
da Web e conoscenza
Commenti