Non tutto è conseguenza del picco del petrolio o dei cambiamenti climatici

Non tutto è conseguenza del picco del petrolio o dei cambiamenti climatici: "Nel1956, il poeta e nazionalista tunisino 'Aboul-Qacem Echebbi' introduce, nell'inno nazionale della Tunisia (Himat al hima = Difensore della patria), i due versi finali che saranno gli slogan più famosi (di questi ultimi 50 anni) cantati, gridati e ripetuti dalle masse arabe, oppresse, impoverite e insultate dai propri governi. Durante le manifestazioni di questi ultimi giorni, i giovani tunisini appoggiati da tutta la società civile marciavano cantando questi versi:

'Quando il popolo decide per la vita, il destino ne risponderà sicuramente
ed il buio scomparirà, e le catene senz'altro si spezzeranno'

Nei giorni passati ho letto molte opinioni, blog e commenti sulla crisi che si era scatenata nel Nord Africa in particolare in Algeria e Tunisia. Quasi tutti hanno dato per certo che tale crisi sia stata una conseguenza dei Cambiamenti Climatici, del Picco del Petrolio, ecc.... Non sono stato d'accordo e non ho nemmeno espresso la mia opinione. Certo tutto fa, ma quello che sta succedendo nel Mondo Arabo in particolare è segnale di un cambiamento in corso, un cambiamento che non è iniziato oggi.

Si tratta di un processo molto lento originatosi dalla prima ingiustizia fatta agli Arabi già a partire del 1900 quando le superpotenze 'Francia e Inghilterra' si erano spartite il controllo del Medio Oriente a seguito della cacciata delle forze turco-ottomane. L'Inghilterra promise al Sheriffo Al-Husayn ibn ‘Alī di creare un grande regno Arabo sotto la sua guida in cambio di una rivolta contro l'Impero Ottomano (in appoggio alle truppe Inglesi). Tale promessa fu disattesa grazie all'accordo 'Sykes - Picot' (1916) che dichiarò la fine del regno e la marginalizzazione di Al-Husayn dandoli il Regno Hashimita di giordania (ovviamente questa è una mia semplificazione perché AL-Husayn non fu accettato come Sovrano in molti Paesi Arabi come ad esempio il Libano).

Alla fine della seconda guerra mondiale (1945) caratterizzata in particolare dall'eccidio e massacro di milioni di Ebrei, sotto la spinta del continuo arrivo di coloni (rifugiati, sopravvissuti ed altri) ebrei in Palestina e sotto l'effetto psicologico, religioso e secolare della promessa di Lord Belfor (il Sionismo) nasce lo Stato di Israele. Una nascita che ha portato ulteriori frustrazioni alle popolazioni Arabe, le quali (salvo eccezioni rare) vivevano, sotto l'oppressione dei loro governanti e re, una vita fatta di stenti, di sacrifici e di dolori.
Tunisia, Algeria, Egitto, Irak, Syria hanno conosciuto molti colpi di Stato, tutte con la scusa 'deporre un despota' ma a tal despota seguiva un altro ancora più totalitario e opprimente. Il mondo 'Democratico e Libero' ha accettato e convissuto con questi personaggi facendo finta di non vedere.

La rivolta del pane non è una novità, una decina di anni fà avvenne negli stessi Paesi, ma in quel periodo mancavano due parametri validi e necessari per rovesciare il personaggio al potere.
La Tunisia ha una popolazione giovanile molto elevata e ben formata, mentre è governata da vecchi. Il lavoro manca da troppo tempo e le prospettive sono quasi nulle. Lo Stato è opprimente, despota, corrotto e incapace. Ai Tunisini serviva lavoro, futuro, e libertà e la fine dell'oppressione politica. Ai Tunisini non manca da mangiare, e l'incremento di qualche centesimo del costo della baguette era soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Serviva soltanto il gesto estremo di un Tunisino che si era dato fuoco (come i monaci buddisti vietnamiti) per fare scoppiare una protesta che ha trovato una sua ragione di essere anche all'interno dello strumento più importante di uno Stato ossia 'l'esercito' che ha abbandonato un vecchio in decadenza ed ha deciso l'inizio del cambiamento che mi auguro sia proficuo allaTunisia e a tutto il mondo arabo e Mediterraneo.

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