Risposta: sì
Ecco un mito che molti conoscono, anche se pochi nei dettagli, che esiste da 20 o 30 anni: avete una carta di credito, o un bancomat, con una banda magnetica su un lato, magari un po' vecchia: alcuni lettori non hanno problemi, mentre altri la rifiutano. Il commesso la passa velocemente, poi lentamente, la piega da una parte e dall'altra, magari la flette un po', ogni cassiere ha il suo metodo per aggirare il problema. Qualche volta, però, sembra che non ci sia speranza, fino a che non avvolgete la scheda in qualcosa, ed ecco che torna in vita.
Ecco che cosa succede. Avevamo il posto perfetto per il nostro esperimento: una panetteria vicino alla redazione, con un POS che rifiutava categoricamente di accettare uno dei nostri bancomat, per di più uno piuttosto recente. Dalle immagini potete vedere l'impiegato con il bancomat in mano, che cerca invano di completare la transazione. Anche dopo molti tentavi, la lettura della carta sembra impossibile, e la macchina non riesce a raccogliere dalla carta i dati di cui ha bisogno.
I cassieri che conoscono il "trucco dell'avvolgimento" di solito hanno un materiale preferito. Noi abbiamo provato con un sacchetto di plastica, ma abbiamo voluto provare anche con la carta degli scontrini, un'altra soluzione piuttosto comune, e poi con un fazzoletto di carta. La carta per scontrini ha funzionato al primo colpo, così come la plastica del sacchetto, ma non il fazzoletto di carta. Ci siamo chiesti allora quale fosse la differenza importante tra la carta per scontrini e quella del fazzoletto, e così abbiamo anche voluto sapere perché questo metodo funziona. Un segreto che conoscono in pochi, anche se molti ne hanno visti gli effetti.
In realtà più che di perdita di magnetismo si dovrebbe parlare di "spostamento" magnetico, vale a dire di particelle magnetizzate che si spostano da un posto all'altro: zone che dovrebbero contenere uno zero hanno un uno, abbastanza forte da essere rilevato. La buona lettura dipende dall'intensità del campo magnetico e dalla sensibilità della macchina usata per leggere la carta, un parametro fortemente legato alla distanza. La stessa macchina, infatti, potrebbe restituire una lettura diversa se si passa la carta due volte, variando la distanza anche solo di pochi decimi di millimetro. Se un segnale è basso, per esempio, può essere letto come un uno da vicino, ma come uno zero (corretto), un po' più lontano.
La distanza in più, praticamente, agisce come un filtro antirumore, vale a dire quel leggerissimo campo magnetico in più che trasforma uno 0 in un 1. Le zone che conservano un 1, invece, hanno un campo magnetico abbastanza forte da superare il filtro. Ecco perché avvolgere la carta funziona, l'avvolgimento filtra il rumore magnetico.
Allora perché il fazzoletto di carta non ha funzionato? Non ci è chiaro, ma abbiamo ipotizzato che la "morbidezza" del fazzoletto rappresenti uno spazio eccessivo per il POS, che non riesce a leggere i dati come dovrebbe.
NOTA: alcune persone usano del nastro adesivo per ottenere direttamente lo stesso effetto, applicato direttamente sulla banda magnetica. Funziona, ma con l'uso il nastro si stacca, un pezzo alla volta, e si porta dietro particelle magnetiche, deteriorando la carta. Lo consigliamo solo con bancomat e carte di credito vicine alla scadenza.
da William Van Winkle
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