La chiamano “consumerizzazione” dell’informatica aziendale. D’altra parte l’unico terreno dove Google non aveva ancora messo significativamente lo zampino fino a poco tempo fa era proprio quello dell’impresa. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si chiama Google Enterprise Apps e nel sito di BigG è presentato con questo semplice ragionamento: “Perché in meno di un secondo puoi sapere il numero di gradini che devi salire per arrivare in cima alla Statua della Libertà, ma devi poi perdere tanto tempo per trovare vecchie presentazioni nell’intranet, nelle condivisioni di file o in altre posizioni? Riteniamo che trovare le informazioni di cui si ha bisogno debba essere facile come trovare le quotazioni azionarie, gli orari di programmazione dei film, le informazioni per il monitoraggio dei pacchi o altre informazioni generali che si è abituati a trovare su Google.it.”. La riflessione non fa una piega, salvo approfondirne le implicazioni.
Si tratta di pacchetti di software non istallabili su pc ma accessibili direttamente dalla rete su richiesta e con un costo ben definito: 40 euro per dare ad ogni utente la possibilità di accedere alle Google Apps Premiere. Secondo gli uomini di Google, gli utenti viziati da un’interfaccia così user friendly come quella del motore di ricerca più famoso del mondo, potrebbero desiderare la stessa comodità e facilità d’uso per la ricerca delle informazioni aziendali. Non solo nell’ambito di una intranet aziendale ma anche in sistemi più complessi come ERP e CRM, e ancora: calendari, sistema di business intelligence, ecc.. La rete, quindi, assumerebbe la funzione di grande contenitore di tutto quello che può servire ad un utente per lavorare, aumentando l’efficienza legata all’uso di queste nuove soluzioni senza l’obbligo di onerosi investimenti.
Credo che prima di ogni valutazione sull’aumento della produttività di ogni singolo dipendente e sul risparmio che ne potrebbe derivare in termini di costo, vi sia una grossa barriera culturale da abbattere. Soprattutto in Italia!
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