Che gli alberi e le piante fossero utilizzati, oltre che nei modi più 
conosciuti e tradizionali, per combattere le emissioni di CO2 
non è una novità, ma l’idea che possano anche ricaricare una 
batteria lo è decisamente.
Poco tempo fa un gruppo di ricercatori del MIT, utilizzando elettrodi al platino, 
era infatti riuscito a rilevare una corrente elettrica che, 
seppur flebile, attraversava una pianta di fico.
Si è scoperto che questa corrente, che sarebbe presente in tutte le piante, è 
causata dalla differenza di pH presente tra la pianta e il suolo, che a sua 
volta genera una differenza di potenziale. È stato stimato che ogni albero può 
produrre una potenza che va dai 5 ai 300 nanowatts, e la 
quantità di corrente naturalmente cambia da pianta a pianta a seconda del pH 
caratteristico.
Nonostante a prima vista possa sembrare difficile uno sfruttamento pratico di 
questa piccolissima energia elettrica, un’azienda si è già attivata, la Voltree Power, con 
sede in Massachusetts, e sta progettando diversi dispositivi tecnologici con 
batterie ricaricate dagli alberi. Finora il loro primo prodotto 
in fase di collaudo è una sorta di centralina meteo, in grado 
di monitorare le condizioni di temperatura e umidità presenti in un’area 
boschiva, e che quindi permetterebbe di prevenire gli incendi 
molto più tempestivamente di quanto sia possibile ora.
I vantaggi del “convertitore di bioenergia” realizzato dall’azienda sono 
molteplici. Non solo si tratta di energia “pulita”, ma il funzionamento dei 
dispositivi di monitoraggio della Voltree non dipende dalle 
condizioni atmosferiche, i dispositivi hanno dimensioni ridotte, produrli non 
inquina e la loro durata dipende solo dalla durata di vita della pianta che li 
ospita. 
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