Strettamente legato ai bisogni emergenti di riconfigurabilità e flessibilità dei processi, l’AdaptiveEnterprise è un percorso verso l’Enterprise 2.0, che mira a creare un ambiente capace di rispondere a bisogni sempre più personalizzati e mutevoli di supporto ai processi.
Si tratta di esigenze che, sebbene molto sentite dai responsabili dei Sistemi Informativi, ricevono nelle imprese del campione un supporto tutto sommato ancora marginale (14%). A fronte di questo le nuove tecnologie ICT offrono nuove e interessanti prospettive. L’Adaptive Enterprise, quindi, appare oggi uno dei percorsi evolutivi che presenta maggiori potenzialità.
Lo stato del percorso evolutivo delle aziende del campione dell’Osservatorio può essere valutato alla luce di:
presenza e investimenti in atto in soluzioni infrastrutturali flessibili per l’integrazione dei Sistemi Informativi (ad esempio le logiche SOA)
presenza di soluzioni che permettono di riconfigurare strumenti e processi operativi di specifici utenti sulla base delle esigenze aziendali (tipicamente BPM, ma anche mashup).
Dall’analisi emergono in particolare tre approcci distinti.
Il primo, e più numeroso in termini di casi (55%), è quello che privilegia lo sviluppo di un’infrastruttura flessibile attraverso un’architettura orientata ai servizi. In molti casi, in realtà, il ruolo delle SOA è all’interno di una singola applicazione o al più orientato all’integrazione tra applicazioni differenti, mentre il numero di casi caratterizzati da un ruolo infrastrutturale delle SOA è ancora limitato. L’obiettivo è quello di creare un’infrastruttura pronta a sostenere i cambiamenti, integrando in modo opportuno gli asset IT, rendendo riusabili i servizi sviluppati e garantendo l’interoperabilità di piattaforme tecnologiche differenti.
Un secondo approccio (presente nel 26% dei casi analizzati) privilegia invece la possibilità di supportare il cambiamento organizzativo. In questo caso sono soprattutto gli strumenti di BPM che permettono di adattare il flusso di processo coerentemente a quanto avviene nella realtà aziendale o, attraverso data e business Mash-up, di combinare i contenuti e le elaborazioni appartenenti a sistemi diversi.
Il vero e proprio modello Adaptive Enterprise (14% dei casi analizzati) combina i vantaggi che si ottengono con lo sviluppo di un’infrastruttura flessibile e con strumenti che permettono l’allineamento tra architetture applicative e processi di business.
Realizzare un’Adaptive Enterprise richiede, però, molto più che una semplice introduzione di soluzioni tecnologiche. Significa creare uno spazio capace di supportare i processi aziendali in modo sempre più flessibile e farli poi evolvere nel tempo per mantenerli allineati con le esigenze aziendali. Un problema che, prima che tecnologico, riguarda l’organizzazione e la sua governance.
da Osservatorio.Net
Si tratta di esigenze che, sebbene molto sentite dai responsabili dei Sistemi Informativi, ricevono nelle imprese del campione un supporto tutto sommato ancora marginale (14%). A fronte di questo le nuove tecnologie ICT offrono nuove e interessanti prospettive. L’Adaptive Enterprise, quindi, appare oggi uno dei percorsi evolutivi che presenta maggiori potenzialità.
Lo stato del percorso evolutivo delle aziende del campione dell’Osservatorio può essere valutato alla luce di:
presenza e investimenti in atto in soluzioni infrastrutturali flessibili per l’integrazione dei Sistemi Informativi (ad esempio le logiche SOA)
presenza di soluzioni che permettono di riconfigurare strumenti e processi operativi di specifici utenti sulla base delle esigenze aziendali (tipicamente BPM, ma anche mashup).
Dall’analisi emergono in particolare tre approcci distinti.
Il primo, e più numeroso in termini di casi (55%), è quello che privilegia lo sviluppo di un’infrastruttura flessibile attraverso un’architettura orientata ai servizi. In molti casi, in realtà, il ruolo delle SOA è all’interno di una singola applicazione o al più orientato all’integrazione tra applicazioni differenti, mentre il numero di casi caratterizzati da un ruolo infrastrutturale delle SOA è ancora limitato. L’obiettivo è quello di creare un’infrastruttura pronta a sostenere i cambiamenti, integrando in modo opportuno gli asset IT, rendendo riusabili i servizi sviluppati e garantendo l’interoperabilità di piattaforme tecnologiche differenti.
Un secondo approccio (presente nel 26% dei casi analizzati) privilegia invece la possibilità di supportare il cambiamento organizzativo. In questo caso sono soprattutto gli strumenti di BPM che permettono di adattare il flusso di processo coerentemente a quanto avviene nella realtà aziendale o, attraverso data e business Mash-up, di combinare i contenuti e le elaborazioni appartenenti a sistemi diversi.
Il vero e proprio modello Adaptive Enterprise (14% dei casi analizzati) combina i vantaggi che si ottengono con lo sviluppo di un’infrastruttura flessibile e con strumenti che permettono l’allineamento tra architetture applicative e processi di business.
Realizzare un’Adaptive Enterprise richiede, però, molto più che una semplice introduzione di soluzioni tecnologiche. Significa creare uno spazio capace di supportare i processi aziendali in modo sempre più flessibile e farli poi evolvere nel tempo per mantenerli allineati con le esigenze aziendali. Un problema che, prima che tecnologico, riguarda l’organizzazione e la sua governance.
da Osservatorio.Net
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